VENERDì 14 FEBBRAIO ORE 21.00
Festa a sostegno della campagna Luci su Rosarno della Rete Ciclofficine Italiane
Ciclofficina Centrale, via baccina 37, rione Monti.
DOMENICA 16 FEBBRAIO tutta la giornata
Giornata a sostegno delle spese legali degli arrestati No Tav,
con distribuzione delle arance di SOS Rosarno e supporto alla campagna LSR.
Ex Snia Viscosa, via prenestina 173,Tor Pignattara.
Continuano le giornate a sostegno della campagna “Luci su Rosarno”. Quest’anno con tematiche collaterali
che consentono ancora di più allo “strumento” bicicletta di farsi strumento di emancipazione, comunicazione diretta
e fratellanza tra i popoli. Non più esclusivamente per i braccianti, ma ripercorrendo al contrario le lotte
della lunga filiera dello sfruttamento, dai campi fin nelle nostre mani, tra gli scaffali della frutta.
Le luci, materialmente e concettualmente, sono alla base della campagna.
Materiale per la visibilità di chi va in bici, braccianti che usano, totalmente, la bicicletta e che ne
rappresenta strumento di emancipazione, libertà, come nel dire “no” al caponero o al capobianco di turno.
Concettualmente, un occhio di bue sulla situazione bracciantile rosarnese (che si rispecchia in tutta Italia),
è un grido di attenzione nel buio mediatico creato ad arte ed utilizzato per lo sfruttamento
economico delle fantomatiche situazioni d’emergenza. Dall’etimologia della parola abbiamo emergenza, come:
“situazione di estrema pericolosità pubblica, tale da richiedere l’adozione di interventi eccezionali” (fonte Treccani)
le condizioni citate in questa definizione richiamano attenzione sulla parola “situazione” che si definisce come un complesso
di condizioni e circostanze che determinano e caratterizzano, in un dato momento, lo stato, il comportamento, la
possibilità di agire di una persona, collettività o altro, per peculiarità temporanea.
Ma dal 2010 ad oggi, le condizioni non sono cambiate, gli interventi istituzionali hanno lavorato
solo sul sintomo, disconoscendo nell’analisi e nelle pratiche una cura che lavori a monte, sulla causa.
E’ per questo una condizione di emergenza quando diventa continua, non si può chiamare
tale ma si trasforma in normale schiavitù, accettata e assecondata da molti.
Occorre continuare a denunciare un sistema automantenuto da interventi assistenziali e non radicali.
Dal 2010 ad oggi poche cose sono cambiate e tra queste il calo progressivo del lavoro, aggiungendosi
alle pesante situazione dei braccianti della piana.
Per non dimenticare e per capire la matrice del frutto che acquistiamo al supermercato, colpevolmente inconsapevoli,
richiamiamo l’attenzione sul video dei compagni di insu^tv:
CLG